Il 29 e 30 luglio si è svolto a Roma il summit del G20 dedicato alla Cultura, nella suggestiva cornice del Colosseo e di Palazzo Barberini, sotto la Presidenza italiana del G20. L'evento di due giorni ha portato all'adozione della Dichiarazione di Roma dei Ministri della Cultura del G20, che esorta ad una maggiore integrazione della cultura nelle economie nazionali come opportunità di crescita sostenibile e di cooperazione internazionale.
All’incontro hanno partecipato i Ministri della Cultura del G20 e 40 delegazioni culturali, tra cui l’ICCROM, all'insegna del motto "La cultura unisce il mondo". L’attenzione si è concentrata su tre pilastri d'azione interconnessi (Persone, Pianeta, Prosperità), nonché sulla promozione della trasformazione digitale, dello sviluppo delle competenze e delle opportunità economiche nella cultura e nelle industrie creative, in particolare per i giovani. Si è discusso altresì della necessità di un maggiore impegno nel rispondere in maniera coordinata a minacce quali il cambiamento climatico, i conflitti armati e il traffico illegale di beni culturali.
Insieme ad altre organizzazioni internazionali del settore, l’ICCROM svolgerà un ruolo chiave nella realizzazione delle azioni richieste dalla Dichiarazione di Roma. Molte di queste riconoscono l'importanza del lavoro in cui siamo attivamente impegnati, sia che si tratti di garantire un posto d’onore alla cultura nella Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, sia che si tratti di promuovere la cooperazione intersettoriale e interdisciplinare tra i professionisti del patrimonio culturale e quelli della gestione del rischio di calamità, a livello locale, nazionale, regionale ed internazionale. La nostra esperienza può inoltre contribuire alla realizzazione di altri obiettivi dichiarati, come ad esempio rafforzare il contributo della cultura allo sviluppo economico e sociale attraverso la formazione nell’ambito della gestione imprenditoriale dei professionisti della cultura nei Paesi del G20.
Nella sua intervista in occasione dell'evento, il Direttore Generale Webber Ndoro ha enfatizzato il lavoro dell'ICCROM, avviato all'indomani della seconda guerra mondiale per restaurare e preservare i monumenti e i siti colpiti dal conflitto. Da allora, l'ICCROM ha sviluppato tecniche di restauro e ha ampliato il suo mandato per includere lo sviluppo di attività finalizzate alla creazione di competenze nel settore del patrimonio culturale, rafforzando la collaborazione con i suoi 137 Stati Membri e promovendo la diversità culturale.
Di fronte alle sfide odierne, l'ICCROM mette in risalto l’importanza della cooperazione internazionale e degli approcci incentrati sulle persone per intervenire con competenza sul campo, e per agevolare e rendere le comunità in grado di proteggere il proprio patrimonio, combinando al contempo la ricerca, la formazione e la condivisione delle conoscenze in materia di conservazione.
"Ora è importante pensare alla terminologia del patrimonio culturale alla luce di queste due crisi: la pandemia e il cambiamento climatico. Raccomando al G20 di riflettere sul patrimonio culturale, che non è solo qualcosa da ammirare, ma è parte integrante della nostra vita quotidiana e può essere la soluzione ai nostri problemi. La sua protezione non può più essere posticipata. Webber Ndoro, Direttore Generale, ICCROM
Come ha sottolineato durante la conferenza stampa Dario Franceschini, Ministro della Cultura in Italia, investire nella cultura significa investire nella crescita economica sostenibile e nella creazione di posti di lavoro.
La cultura ha un ruolo da svolgere e l’ICCROM è al suo servizio.