Unisciti a noi per una breve visita al laboratorio dell'ICCROM dove ci addentriamo nell'arte dell'analisi delle malte.

Benvenuti alla puntata di oggi di “Cucinare con ICCROM”: sono Irene, architetto conservatore, e sono lieta di accompagnarvi in un approfondito viaggio nell'analisi delle malte proprio qui nel laboratorio dell'ICCROM a Roma.

Oggi ci immergiamo in un processo affascinante: l'analisi gravimetrica di un campione di malta.

Il nostro obiettivo? L'obiettivo di questo laboratorio è stimare le proporzioni ponderali e le composizioni approssimative dei componenti principali di una malta storica: la sabbia (fine e aggregata) e il legante. Questo metodo ci aiuta infatti a separare la sabbia dal legante, fornendoci alcune informazioni cruciali sulla composizione della malta.

Ecco cosa faremo:

  1. Digestione acida: Inizieremo la digestione del nostro campione di malta in una soluzione acquosa di acido cloridrico. Questo processo ci aiuterà a separare la sabbia (fine e aggregata) dal legante.
  2. Analisi degli aggregati: Esamineremo le caratteristiche della sabbia: distribuzione dei grani, colore, forma e aspetto. Questa fase ci dice molto sulla qualità del materiale e sulla sua origine.
  3. Identificazione degli additivi: Analizzando il campione, possiamo anche rilevare la presenza di eventuali additivi come pigmenti, fibre, pozzolani o altri componenti che possono essere stati mescolati.
  4. Determinazione dei rapporti: Calcoleremo il peso e il rapporto tra legante e sabbia. Si tratta di capire quali materiali si sciolgono durante il processo di digestione acida.

La comprensione di questi aspetti migliora le nostre tecniche di conservazione fornendo informazioni cruciali, in particolare per la scelta di materiali compatibili con le malte storiche. Restate sintonizzati mentre scopriamo la composizione del nostro campione di malta e impariamo di più su come questa “semplice” tecnica ci aiuta a far progredire le nostre pratiche di conservazione!

 

Unitevi a noi per esplorare la scienza che sta dietro alla malta e migliorare le nostre capacità di conservazione dei materiali storici.

A presto,

Irene Matteini