La ricerca è un processo comunicativo. Il suo valore è potenziato dallo scambio di saperi e dall’applicazione pratica. Sebbene l’impatto abbia sempre costituito il suo motore principale, pianificare una ricerca capace di produrre degli effetti fuori dai confini dell’accademia non è semplice. Richiede tempo, impegno e un ambiente di lavoro collaborativo.
Per analizzare l’impatto della scienza del patrimonio culturale e di come può essere rafforzato, l’ICCROM ha coordinato un workshop il 20 giugno al 3° Convegno internazionale sulla scienza e l’ingegneria nelle arti, nel patrimonio e nell’archeologia (SEAHA), tenutosi il 19 e 20 giugno 2017 presso l’Università di Brighton, Regno Unito.
Tema principale del workshop sono stati gli attuali obiettivi di pianificare una ricerca inclusiva e i modi per raggiungerli. Il workshop era articolato in due parti: una tavola rotonda che ha riunito importanti stakeholder della ricerca nel settore della scienza del patrimonio e in altri campi, e un’esercitazione di lavoro di gruppo. Uno dei punti essenziali a essere esaminato è stata la capacità d’impatto al di fuori del mondo accademico.
Nel workshop l’attenzione si è appuntata su cosa rende d’impatto la ricerca e su come raggiungere tale obiettivo. Sono stati indagati anche altri temi come la diversità e la costituzione di forti partenariati collaborativi al di fuori dell’accademia per la ricerca e la conservazione del patrimonio culturale.
Tavola rotonda: “Cosa rende d’impatto la ricerca e come si raggiunge questo obiettivo”
La tavola rotonda ha riunito attori chiave di vari contesti e discipline che rappresentano comunità di studenti universitari e post-universitari, agenzie per il patrimonio culturale e principali mezzi radiotelevisivi. I relatori hanno scambiato i loro punti di vista sul ruolo svolto attualmente dalla ricerca, la loro visione sulla scienza del patrimonio, e gli obiettivi concreti per produrre e condividere in futuro saperi più rilevanti e influenti.
Durante la tavola rotonda è stato sottolineato il ruolo della scienza del patrimonio nell’educare la cittadinanza attiva non solo attraverso la fruizione del patrimonio, ma anche attraverso la partecipazione alla sua creazione, al suo studio e alla sua conservazione. Inoltre è stato posto l’accento sulla necessità che la scienza del patrimonio stabilisca delle priorità in merito alla ricerca al di fuori di programmi relativi a settori disciplinari specifici, e faccia fronte comune davanti alle attuali sfide sociali. Tra gli argomenti chiave, si è discusso dell’importanza di capire i diversi tipi di pubblico, i loro bisogni e motivazioni, con la consapevolezza di quanto sia vitale una strategia proattiva per entrare in contatto con l’esterno.
I relatori hanno inoltre consigliato ai gruppi di ricerca di prestare maggiore attenzione alla partecipazione degli stakeholder, e di integrare pratiche di impatto non accademico sin dalle prime fasi della pianificazione della ricerca. Il panel era così composto:
- Alison Heritage, responsabile scienza del patrimonio, ICCROM (moderatrice)
- May Cassar, direttrice dell’Istituto per il patrimonio sostenibile, University College London e direttrice scienza e ingegneria al Centro delle arti, del patrimonio e dell’archeologia per la formazione dottorale
- Katy Lithgow, conservatrice capo, National Trust, Regno Unito
- Tom Feilden, redattore scientifico, Today Programme, BBC Radio 4
- Joanna Allen, responsabile impatto della ricerca, Dipartimento dei partenariati d’impresa e di ricerca, Università di Brighton
- Dzhordzhio Naldzhiev, dottorando SEAHA, University College London
Esercitazione lavoro di gruppo: “Diversità e impatto: chi coinvolgere e come”
Di fronte a uno stimolante caso di studio offerto da un’installazione di guerrilla art, i partecipanti hanno lavorato in gruppo al fine di mettere a punto un piano per studiare l’opera e analizzare soluzioni per la sua futura conservazione. Questa parte del workshop mirava a porre l’accento su tematiche relative alla diversità – umana e/o materiale – e su come questi aspetti possano favorire o ostacolare il processo della ricerca. L’esercitazione ha consolidato messaggi chiave emersi dalla tavola rotonda riguardo al potere del dialogo e al valore che può venire dal coinvolgere i gruppi di stakeholder già nelle prime fasi della pianificazione della ricerca. L’esercitazione è stata modellata su attività sviluppate dalla scuola internazionale estiva dell’ICCROM sulla comunicazione e sulle competenze didattiche nella conservazione e nella scienza della conservazione.