S.E. Jeffrey Prescott, Ambasciatore della Missione degli Stati Uniti presso le Agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma e il Direttore generale dell'ICCROM Aruna Francesca Maria Gujral, hanno visitato il Parco Archeologico di Ercolano giovedì 19 settembre 2024. A margine del G7 dei Ministri della Cultura che si sta svolgendo a Napoli, l'Ambasciatore Prescott ha espresso particolare interesse a visitare il sito del Patrimonio Mondiale con l'ICCROM e a saperne di più sulla sua conservazione e gestione e sul ruolo che svolge nei progetti di potenziamento delle capacità dell'ICCROM.
La visita offre una nuova opportunità per mostrare l'approccio esemplare di Ercolano alla cura del patrimonio culturale e alla sensibilizzazione della comunità, evidenziando al contempo il rapporto duraturo e proficuo con l'ICCROM. Nel corso degli anni, Ercolano ha svolto un ruolo fondamentale nella formazione dell'ICCROM, fungendo da "aula a cielo aperto" dove i partecipanti ai corsi hanno sviluppato le loro competenze in materia di conservazione, gestione, documentazione e rigenerazione urbana del patrimonio edilizio.
Durante la visita, guidata dal Direttore del sito, Francesco Sirano, e dalla Responsabile dell'Herculaneum Conservation Project - Packard Humanities Institute, Jane Thompson, le delegazioni hanno incontrato anche membri della comunità locale di Ercolano e hanno ascoltato il lavoro svolto per contribuire al tessuto sociale e al benessere delle persone nelle aree circostanti.
"È stato un onore e un privilegio visitare il Parco Archeologico di Ercolano e vedere in prima persona come la dedizione e l'impegno per le migliori pratiche stiano davvero avendo un impatto sulla conservazione del sito e sul tessuto urbano e sociale di Ercolano", ha dichiarato il Direttore generale dell'ICCROM Gujral.
"Siamo onorati che questa visita avvenga nel contesto dell’incontro internazionale G7", afferma il Direttore Sirano, "per il quale Ercolano è stata da tempo individuata dall'ICCROM come un laboratorio sperimentale di particolare vitalità e interesse proprio per la presenza del Packard Humanities Institute"